giovedì 28 gennaio 2016

#SvegliaItalia: quando parliamo di diritti parliamo di persone, ricordiamocelo


Nel pieno della discussione parlamentare sul DDL Cirinnà che, se approvato, andrebbe (finalmente!) a istituire le Unioni Civili anche nel nostro Paese, si acuisce inevitabilmente il dibattito tra sostenitori (che si sono ritrovati sabato scorso in decine di piazze per la manifestazione Svegliati Italia) e detrattori (ovvero la parte più conservatrice del Paese ben rappresentata dal Family Day che si terrà il prossimo weekend).

A livello nazionale, la posizione dei giovani democratici sul tema è chiarissima: la legge sulle Unioni Civili è necessaria in quanto prima tappa verso il matrimonio egualitario. E anche in Valsamoggia ci siamo dati parecchio da fare in questo senso raggiungendo, nell'autunno scorso, l'importante obiettivo dell'istituzione del registro comunale delle Unioni Civili.

Personalmente la considero una battaglia fondamentale perché uno Stato laico deve garantire a tutti uguali diritti e uguali doveri, e quindi in questi ultimi giorni mi sono trovata spesso nel bel mezzo di confronti più o meno accesi tra posizioni differenti. Ho pensato di raccogliere in un post quello che ne è emerso, ponendo l'attenzione su quelle che sono le principali argomentazioni di chi la pensa in modo opposto al mio.
Non pretendo di avere la risposta giusta. Il tema è complesso e invidio chi ha in tasca quelle certezze che io di certo non ho. Però certe affermazioni proprio non ce la faccio ad ascoltarle senza reagire e sono queste affermazioni che ho provato a confutare.


1) È CONTRO-NATURA. Biologicamente, solo un uomo e una donna possono procreare.
Intanto, diciamocelo..ma quanto è brutta questa affermazione? La natura è l’insieme delle leggi che regolano l'universo. Leggi inesorabili. Ciò che esiste, esiste in quanto reso possibile dalle leggi di natura. Ciò che è contrario alle leggi di natura, molto semplicemente non esiste. L'uomo può contemplare la natura, può studiare la natura, può modificare la natura, ma NON può certamente opporsi alle sue leggi. Quindi se un individuo esiste, è di fatto IN NATURA. Può essere stato generato utilizzando processi che alterano la natura (ma cosa nel 2016 non altera la natura?), ma di sicuro non può esistere contro natura.

Ora, stabilito che contro-natura non si può andare, passiamo all'innegabile affermazione biologica che un embrione nasce da un ovulo che feconda uno spermatozoo, e quindi da un gene femminile che ne incontra uno maschile. Tuttavia se riduciamo tutto alla BIOLOGIA, una donna BIOLOGICAMENTE ha tutto per procreare. Non le serve un marito. Non le serve l'amore. Le basta un uomo, per meno di 2 minuti. Ma immagino che in parecchi convengano con me che un figlio non è BIOLOGIA. Un figlio è amore.
E allora chi siamo noi per giudicare l'amore? Chi siamo noi per dire che un amore è meglio di un altro? Chi siamo noi per giudicare che alcuni sono più adatti di altri ad amare? Chi siamo noi per affermare che se tu sei biologicamente predisposto per generare una vita allora sarai anche predisposto per amarla? Non possiamo farne una questione di biologia. Facciamone una questione di esseri umani fatti di geni, ma anche di sentimenti. 

Quando si parla di crescita di un individuo, personalmente riesco ad avere ben poche certezze. E così come non ritengo una coppia eterogenitoriale ideale a prescindere, allo stesso modo non ritengo una coppia omogenitoriale non ideale a prescindere. 

Anche perché la genitorialità e la sua qualità non dipendono da legami genetici, nelle coppie omosessuali così come in quelle eterosessuali.

2) L'unico modello familiare riconosciuto deve essere quello tradizionale, ovvero quello composto da un padre e da una madre.
Ecco. Io rispetto quella che viene definita la famiglia tradizionale (sebbene non riesca davvero a immaginarmela questa famiglia tradizionale..), ma non ce la faccio proprio a generalizzare. Non ce la faccio proprio a racchiudere l'amore in un modello. Non ce la faccio a dire che la felicità è figlia di un modello. La felicità è trovare il proprio equilibrio, il proprio tempo, la propria essenza. La realtà è molto più complessa dei modelli.

3) È eccessivo e controproducente che situazioni anomale come queste (ovvero famiglie omogenitoriali con figli) diventino uno dei modelli familiari riconosciuti e protetti dallo Stato.
Ciò che taluni paiono dimenticarsi quando si dibatte di questi temi è che si parla di esseri umani, che esistono già. Ci sono. Vivono, corrono, respirano, piangono e ridono. Sia che ci piacciano, sia che non ci piacciano. Sia che ne condividiamo le scelte, sia che non le condividiamo. Sia che agiscano in base alla nostra etica, sia che non lo facciano. Ciò che taluni paiono dimenticarsi è che dietro a questa fantomatica *stepchild adoption* che tanto fa dibattere ci sono dei bambini veri che già vivono in quella che è la "loro famiglia non tradizionale". E magari - che lo si creda o no - sono bambini amati e felici. 
Ma un giorno potrebbe succedere loro quello che la vita può far succedere. E se succede la legge non li tutela, non li tratta come gli altri bimbi. Perché magari la mamma che li ha partoriti è morta e l'altra mamma che li ha "solo" amati e cresciuti per la legge non è nessuno. Sebbene sia tutto il mondo che è rimasto loro. E quindi chi si oppone a questa norma a questi bambini cosa direbbe? "ci dispiace, ma voi per noi siete frutto di un ERRORE ETICO e quindi non avete il diritto di essere trattati/tutelati come gli altri?".
Il dovere della società è quello di tutelare TUTTI mediante la legge. Anche chi agisce come non agiremmo noi. Perché agirebbe comunque.
Un assassino senza una giustizia che lo giudica e ne tutela i diritti che fine farebbe? Che ne sarebbe di una coppia che si separa se il divorzio non fosse giuridicamente normato? E dei loro figli? Una donna che abortisce, se dovesse farlo clandestinamente non metterebbe a rischio la sua salute? 
È di questo che si parla quando si parla di diritti, quando ci si batte per i diritti. Non è "una moda". È "semplicemente" una cosa da esseri umani.

-Federica-

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